Il lavoro forzato nel terzo Reich

Orlando Materassi, Silvia Pascale

7,90 

Il 27 gennaio si ricordano le vittime della ferocia nazifascista, tra queste ci sono i soldati italiani che dopo l’8 settembre 1943 hanno subito la deportazione, la prigionia e in molti casi la morte nei lager nazisti mentre venivano destinati a svolgere lavoro coatto per l’economia di guerra tedesca. I prigionieri di guerra presi in Italia, in Francia, nella ex Jugoslavia e in Grecia furono oltre un milione, concentrati prima in campi provvisori e poi trasferiti lentamente verso i lager in Germania, in Austria e in Polonia. Lì venivano schedati e fotografati, veniva assegnato loro un numero e da quel momento perdevano la loro identità di esseri umani per trasformarsi in meri pezzi di ricambio per aziende e fabbriche. Negli anni del nazismo più di 2.000 imprese
tedesche hanno beneficiato del lavoro forzato, nessuna città faceva eccezione, con buona parte della manodopera costretta con la forza, le minacce o il ricatto. Oltre 650.000 Internati Militari Italiani furono deportati per diventare schiavi di Hitler e oltre 50.000 morirono di fame, freddo e violenze, sfruttati come lavoratori forzati.

5 disponibili

SKU: E.PA0182 Categoria:

Il 27 gennaio si ricordano le vittime della ferocia nazifascista, tra queste ci sono i soldati italiani che dopo l’8 settembre 1943 hanno subito la deportazione, la prigionia e in molti casi la morte nei lager nazisti mentre venivano destinati a svolgere lavoro coatto per l’economia di guerra tedesca. I prigionieri di guerra presi in Italia, in Francia, nella ex Jugoslavia e in Grecia furono oltre un milione, concentrati prima in campi provvisori e poi trasferiti lentamente verso i lager in Germania, in Austria e in Polonia. Lì venivano schedati e fotografati, veniva assegnato loro un numero e da quel momento perdevano la loro identità di esseri umani per trasformarsi in meri pezzi di ricambio per aziende e fabbriche. Negli anni del nazismo più di 2.000 imprese
tedesche hanno beneficiato del lavoro forzato, nessuna città faceva eccezione, con buona parte della manodopera costretta con la forza, le minacce o il ricatto. Oltre 650.000 Internati Militari Italiani furono deportati per diventare schiavi di Hitler e oltre 50.000 morirono di fame, freddo e violenze, sfruttati come lavoratori forzati.

Autore

,